Anni '50-2000

Dalla fine degli anni Cinquanta in poi, il ciclo pittorico che Borgonzoni dedica al Concilio Vaticano II mantiene una vena stilistica espressionista decisamente dominante ma, per ragioni sottese anche dal tema trattato, poeticamente più esistenzialista, in consonanza con le tensioni dell’essere espresse nelle opere coeve di Alberto Giacometti e Francis Bacon. Negli anni Settanta Borgonzoni dà vita pittorica ad un ciclo parallelo e trasversale al Concilio, opere di sottile denuncia sociale espressa per via di metafora attraverso temi che riguardano la scienza, la burocrazia, la fede, il potere e la libertà, con una poetica prevalentemente astrattista, declinata talvolta con reviviscenze informali e suggestioni geometriche, ma dove la forza del colore espressionista mantiene inalterata la sua significatività. Anzi, con il tempo, negli anni Ottanta e Novanta, la tavolozza cromatica dell’artista s’intensifica e si accende sempre di più con brillantezza, illuminando le interpretazioni bucoliche e georgiche dei cicli dedicati a La Boje, al socialismo romantico, a Virgilio e ai Celti.